giovedì 29 marzo 2012

DALLA TESTA AI PIEDI ... in equilibrio sulla LINEA MEDIANA

"La linea centrale che attraversa il corpo è l'ubicazione della sostanza energetica ultra-sonica come corrente e cuore dell'inizio... E' l'energia primaria che costruisce e sostiene tutto quanto...fluttua attraverso il midollo spinale. Diventa la vena primitiva e la notocorda dell'embrione...Questo cuore è il centro dell'attrazione e dell'emanazione delle correnti dal cervello alle estremità. E' la gravità interna dell'individuo...
distinta dalla gravità della terra".

(Randolph Stone D.N., Wireless Anatomy of Man)


La prima funzione presente nel momento in cui siamo concepiti, e di lì in poi, quando iniziamo a prendere forma per diventare un embrione completo, è la Linea Mediana.
Essa è la funzione più essenziale della nostra vita e del nostro essere.
Prende forma nel disco embrionale, un fluido elastico, un protoplasma con una forma ovale. Una sorprendente sostanza vitale che per tutta la durata della nostra vita determinerà la qualità della nostra relazione con la salute e la guarigione.
All'inizio della vita, al centro del disco embrionale, dentro la matrice del protoplasma, una primissima vibrazione determina la traccia primitiva, il nostro inizio. Una sorta di fluido dentro il fluido, una forza, una potenza, una Linea che da ora in poi determinerà la forma , la struttura, le funzioni del nostro essere e sarà punto di orientamento per la nostra consapevolezza.

mercoledì 28 marzo 2012

Elemento Legno - Gli occhi



“Noi, frenetica e precipitosa com'è la nostra esistenza, non troviamo il tempo per concederci questo genere di rilassamento. In pratica, non riserviamo agli occhi nemmeno la considerazione che riserviamo ai piedi. Se i nostri piedi avvertono un senso di stanchezza, ci affrettiamo a trovare un posto ove sedere per riposarli. Se invece abbiamo gli occhi stanchi, andiamo al cinematografo, leggiamo una rivista o giochiamo alle carte.” [Bates] 


Un semplice esercizio per far riposare gli occhi.

Il palming e’ una tecnica per far riposare gli occhi nell’oscurita’ completa, quindi gli occhi andranno tenuti chiusi e poiche’ occhi e mente sono strettamente connessi una mente rilassata fara’ rilassare gli occhi e viceversa.

La tecnica dunque consiste nel far riposare gli occhi nel palmo caldo e avvolgente della mano, al buio e con la mente serena.

Il palmo si deve adattare alla cavita’ dell’orbita, formando un vuoto senza appoggiarsi sul globo oculare, permettendo eventualmente di aprire gli occhi, le dita della mano sinistra vanno sovrapposte a quelle dell’altra mano incrociandosi sopra la radice del naso.

Il calore della mano dona pace agli occhi, il buio riposo, la pressione delle dita sulla fronte funge da massaggio ai nervi intorno alle orbite che sono collegati con il nervo ottico.


MACROCOSMO E MICROCOSMO...show goes on

Camminano di poco avanti a me. 
Mi colpisce subito la morfologia delle loro teste, l'assoluta precisione delle forme, la rotondità del capo, la geometria delle orecchie, il colore dei capelli. 
Camminano tenendosi per mano. L'uno indossa una tuta da lavoro, come quella degli operatori ecologici, l'altro una tuta da ginnastica e sulle spalle rispettivamente uno zainetto e una cartella della scuola.
Hanno entrambi una camminata leggera ma mentre il grande appoggia con sicurezza  tutta la pianta dei piedi a terra, il piccolo pare camminare sulle punte infondendo così al suo passo vitalità e freschezza.
Non si parlano, o meglio, non usano un linguaggio verbale ma comunicano senza sosta, lo si percepisce perfettamente.
L'uno dona leggerezza, spensieratezza, esuberanza e chiede all'altro sicurezza, protezione, affetto.
L'altro dona forza, stabilità, esperienza, amore e chiede un respiro, che gli mantenga viva la sua parte bambina.
Entrambi portano dentro le une e le altre cose. 
Sono due interi che in ogni momento possono diventare Uno e scindersi nuovamente. Sono il grande che si rispecchia nel piccolo e il piccolo che si proietta nel grande. 
Sono il potenziale e il vissuto che ha ancora del potenziale e così via, all'infinito.
Sono la linea del tempo che scorre, sono il cammino, l'evoluzione, la trasformazione.
Il piccolo si ferma ad allacciarsi una scarpa. Li supero e poi, discreta, mi volto a guardare.

martedì 27 marzo 2012

PIEDE EGIZIO, PIEDE GRECO E PIEDE ROMANO

Per ricordare una parte della lezione.

Sono tre denominazioni morfologiche di piedi, tre maniere di identificarli per la forma soprattutto delle loro dita. Perché chiamarli con nomi riferiti a dei popoli?

Identificare delle popolazioni in base alla struttura morfologica dei loro piedi appare quantomeno singolare, anche se altri esempi per altre parti del corpo esistono.

Noi occidentali, cosiddetti bianchi, veniamo chiamati nasi grandi o nasi lunghi dai cinesi che li hanno più piccoli rispetto ai nostri. Incontreremo africani che, dal nord dell’Africa verso l’equatore, avranno i nasi sempre più larghi, in contrapposizione ai popoli nordici e agli eschimesi che hanno dei nasi minuscoli.L’esigenza di avere un orifizio nasale piccolo permette all’aria di essere riscaldata prima di giungere ai polmoni, narici grandi permettono invece all’aria di essere umidificata.

Ma i romani non hanno mai avuto, strutturalmente in maniera così costante, piedi quadrati come la definizione li identifica, dicasi lo stesso per il piede greco con il suo secondo dito più lungo.

Su un’enciclopedia del mare si identificano i nomi dei venti da mettere in relazione alle direzioni dei Cinque Movimenti, le forme delle vele degli egizi, dei greci e dei romani coincidono perfettamente con le definizioni morfologiche dei piedi.




Vela egizia Piede Egizio
Vela greca Piede Greco
Vela romana Piede Romano



COME UN TAO DELLA MUSICA...

"L'ascolto di una melodia è un ascolto con la melodia...
Anzi, il fatto che la nota presente qui e ora debba riempire interamente la coscienza, che nulla debba essere ricordato, nulla tranne quella nota o oltre quella nota debba essere presente nella coscienza, è perfino una condizione dell'ascolto di una melodia...
Ascoltare una melodia è - simultaneamente - ascoltare, aver ascoltato e accingersi ad ascoltare.
Ogni melodia ci mostra che il passato può esistere senza essere ricordato e il futuro senza essere previsto".

(di Victor Zuckerkandl, Sound and Symbol, Tratto da: Oliver Sacks, Musicofilia, Gli Adelphi)

lunedì 26 marzo 2012

Acqua

OSSERVARE IL VERDE

No, no, per carità, non si tratta di una delle tante norme del codice stradale. Non di semafori si parla. 
Mi riferisco invece all'invito del maestro Ming  a guardare il verde delle piante e degli alberi per riequilibrare l'energia dell'elemento Legno. 
Così, questa mattina, nella consueta passeggiata, mi sono trastullata un po' in questa pratica. 
A dire il vero, non appena giunta al parco, della mia attenzione si è subito impadronita una splendida magnolia grandiflora che fino a pochi giorni fa risplendeva nella magnificenza dei fiori bianchissimi che le adornavano le fronde. Oggi però si mostrava un po' più spoglia e molti dei suoi fiori le facevano tappeto intorno, adagiati sull'erba del prato.
Peccato...ho pensato...e con un po' di tristezza ho guardato più in là.
I prati oltre la biblioteca ospitano alcuni esemplari di conifere, pini, abeti, qualche agrifoglio, betulle e querce. Mi sono resa subito conto che tutto quel verde è così pieno di sfumature che si esprimono nelle loro differenti tonalità. E' la prima volta che ci faccio caso e, rapita da quel pensiero, ho posato più dolcemente su di essi lo sguardo. 
Non so per quanto tempo sono rimasta così, come in meditazione. Più passavano i minuti e più il tempo si disperdeva portandosi via le tristezze, le delusioni, i dolori, gli affanni, le paure, la stanchezza.  Più mi lasciavo avvolgere da quel verde e più sentivo il corpo allentare le tensioni, ammorbidirsi, farsi più leggero. 
Gli occhi, che dapprima bruciavano e faticavano a rimanere ben aperti, si andavano via via  rilassando, rallentando significativamente il movimento repentino delle palpebre. Piano piano si inumidivano, sentivo la pelle del viso distendersi  e addolcirne i lineamenti. 
Il silenzio intorno, sfrangiato solo dal canticchiare degli uccelli, mi avvolgeva lentamente ed è stato dolcissimo ad un certo punto arrendermi e lasciarmi andare totalmente al suo abbraccio. 
Un attimo.
Finalmente mi sentivo di nuovo parte del Tutto.
Sarei potuta rimanere così per sempre.
Tornando mi sono fermata davanti alla magnolia.
Non ho più pensato..."peccato per i suoi fiori"... ho pensato che fosse naturale per lei lasciarli andare, perchè mi rimandava ora un senso di profonda serenità.
Un sorriso.
Per lei,
per me.
Mi è sembrato che proprio quei fiori a tappeto intorno al suo tronco robusto esaltassero ancor più  la sua misteriosa bellezza.

venerdì 23 marzo 2012

PRIMAVERA - ELEMENTO ALBERO

L'elemento Albero esprime un tipo di energia che cresce rapidamente e che denota freschezza e leggerezza. Tale energia, come quella di un sole che sorge, esprime la forza primaria dell'impulso a vivere e a crescere
Così come si riscontra in natura, osservando il mondo vegetale, l'energia dell'Albero esprime grande capacità di cooperazione e condivisione, allo stesso modo nel corpo e nella mente umani tale capacità di armoniosa coesistenza è uno degli aspetti fondamentali dell'elemento.
La flessibilità dell'Albero riflette la capacità di fare progetti e prendere decisioni che, adattandosi a circostanze mutevoli, possano facilmente trovare realizzazione. Nell'elemento Albero troviamo l'impulso ad esprimere la propria individualità e a metterla in relazione con altre individualità, organizzandole e dandone espressione in spazi creativi di vitalità e crescita. La peculiarità dell'elemento sta nella tendenza naturale alla realizzazione sia del benessere personale sia di quello delle altre forme di vita che condividono le spesse esperienze e gli stessi spazi.
Il colore dell'elemento è il verde, l'emozione la rabbia , il suono è l'urlo.
La stagione dell'Albero è la primavera, e in ogni caso l'elemento è associato a qualunque momento di inizio poichè ad esso è associato il potere di dare vita ad ogni cambiamento importante.

venerdì 16 marzo 2012

IO SONO ALLA PORTA...E BUSSO

Gli ultimissimi ormai lievi respiri dell'inverno si confondono nell'aria coi primi tepori e coi profumi della nuova stagione ormai prossima ad arrivare. Le aiuole del parco hanno finalmente dato libero sfogo ai caroselli di fiori variopinti e già si intuisce la visione d'insieme che presto verrà quando tutti i boccioli si saranno aperti completamente. 
Di tanto in tanto si leva una brezza leggera, ad accarezzare i prati e le fronde degli alberi, a punzecchiare ancora un po' la pelle del viso, come per rammentare che l'inverno non è ancora del tutto finito.
Come una foglia portata dal vento, qualcosa cattura la mia attenzione: un foglio di carta, mi svolazza intorno  e poi si posa a terra a pochi passi da me.
La pagina di un diario o di un'agenda. Riporta la data del 15 marzo e una scritta  a matita, in stampatello maiuscolo: IO SONO ALLA PORTA E BUSSO.

Il Tempo

L'inizio è la mia fine e la fine è il mio inizio. Perché sono sempre più convinto che è un'illusione tipicamente occidentale che il tempo è diritto e che si va avanti, che c'è progresso. Non c'è. Il tempo non è direzionale, non va avanti, sempre avanti. Si ripete, gira intorno a sé. Il tempo è circolare. Lo vedi anche nei fatti, nella banalità dei fatti, nelle guerre che si ripetono.     Tiziano Terzani

mercoledì 14 marzo 2012

LAVORI IN CORSO

S. Ampelio si confonde tra gli scogli, minuscola, semplice, discreta. 
Non ha finestre al suo interno, solo piccole feritoie che lasciano filtrare la luce e l'odore del mare. 
Non appena varcata la soglia ci si ritrova avvolti, come parte di un ambiente protetto da ogni cosa che, per un tempo e uno spazio indefiniti, è gentilmente invitata a rimanere fuori. 
Viene così naturale lasciare andare i pensieri, le preoccupazioni, le aspettative, gli impedimenti, lasciare che aspettino fuori, come uno zaino appoggiato un attimo al muro accanto alla porticina d'ingresso, che tanto nessuno ce lo porterà via.
Dentro è pietra e poche candele.  E silenzio. Alcuni fasci luminosi di sole e la voce del mare sostituiscono più che degnamente i candelabri e i canti gregoriani che si trovano spesso nelle cattedrali o nelle abbazie ben più famose. 
S. Ampelio non è la casa di Dio. 
E' semplicemente un luogo, dove le Case di Dio si recano per ascoltare, per darsi risposte, per trovare spunti, intuizioni, idee, per se stesse, o per riposare la mente e il cuore.
S. Ampelio è allo stesso tempo dentro e fuori, vuoto e pieno, silenzio e musica, penombra e luce. 
Assomiglia così tanto all' Uomo, allo stesso tempo dentro e fuori, vuoto e pieno, silenzio e voce, dolore e gioia.
La casa di Dio è l'Uomo. 
Siamo noi la Casa di Dio.

giovedì 8 marzo 2012

"Teneri doni giungono a noi da quel profondo spazio interiore,
prezioso e inestimabile,
che fa vibrare i nostri sensi più creativi.
Il ricevere un'intima, splendida rivelazione
è come toccare l'elettricità
senza i suoi effetti dannosi.
Se qualcuno non ha mai conosciuto il tocco di una stella cadente
nè ha mai percepito quel reverenziale timore
che infonde una rivelazione spirituale,
la sua reazione sarà sicuramente di incredulità e scetticismo,
e questo ci potrebbe far dubitare
del nostro equilibrio mentale.
Proteggi il dono,
custodiscilo,
amalo.
Verrà il tempo in cui potrai usarlo".


(Joyce Sequichie Hifler - Diario pellerossa - Il Punto d'incontro)

mercoledì 7 marzo 2012


Squarci di libertà (2)

DANZARE LA VITA

Per essere un buon danzatore,
non occorre sapere dove la danza conduce.
Basta seguire,
essere gioioso,
essere leggero
e, soprattutto, non essere rigido.
Non occorre chiedere spiegazioni sui passi che alla vita piace
assegnarci.
Bisogna essere come un prolungamento,
vivo ed agile, della vita.
E ricevere da lei la trasmissione del ritmo
che l'orchestra scandisce.
Non bisogna volere avanzare a tutti i costi,
ma accettare di tornare indietro, di girare in
tondo, andare di fianco.
Bisogna saper fermarsi e saper scivolare
invece di camminare.
Ma non sarebbero che passi da stupidi
se la musica non ne facesse un'armonia.
Ma noi dimentichiamo la musica della vita,
e della nostra vita facciamo un esercizio di
ginnastica,
come un giuoco di scacchi dove tutto è calcolato,
come una partita dove tutto è difficile,
come un teorema che ci rompe il capo.
Dimentichiamo che fra le sue braccia la vita è
danza
di una inconcepibile fantasia
e che non c'è monotonia e noia
se non per le anime vecchie,
che fanno tappezzeria
nel ballo della gioia.

martedì 6 marzo 2012


SABATO 10 MARZO 2012

al mattino
stage di Tai Ji Quan
dalle ore 9 alle ore 13
in
Via Aosta, 7 Torino

al pomeriggio
Contatto con il benessere - On Zon Su
dalle ore 14.30 alle ore 18.30
presso la palestra “Virtus” di Acqui Terme
(0144 - 323258)

lunedì 5 marzo 2012

A NATHAN

Porti una brezza leggera,
un'emozione forte nel cuore.
Doni radiosi sorrisi
e melodie dolcissime.


Da oggi ci sei anche tu,
a dire grazie alla Vita,
a far sorridere di gioia il mondo.

domenica 4 marzo 2012

YIN E YANG


I SETTE PRINCIPI DELL’INFINITO UNIVERSO
  1. Ogni cosa una differenziazione dell’Unico Infinito.
  2. Ogni cosa si modifica.
  3. Tutti gli antagonisti sono complementari.
  4. Nessuna cosa è identica a un’altra.
  5. Ciò che ha un diritto (un lato visibile) ha un rovescio (un lato invisibile).
  6. Maggiore è il diritto, maggiore è il rovescio.
  7. Ciò che ha un principio ha una fine.

LE DODICI LEGGI DEL MUTAMENTO DELL’INFINITO UNIVERSO
  1. Modificandosi continuamente, l’Unico Infinito si manifesta sotto forma di tendenze antagonistiche e complementari, sotto forma di Yin e Yang.
  2. L’eterno movimento dell’Unico Infinito Universo manifesta Yin e Yang.
  3. Yin rappresenta la forza centrifuga; Yang rappresenta la forza centripeta. Insieme, Yin e Yang producono l’energia e tutti i fenomeni.
  4. Yin attira Yang. Yang attira Yin.
  5. Yin respinge Yin. Yang respinge Yang.
  6. Yin e Yang combinati in proporzioni diverse producono fenomeni diversi. L’attrazione e la repulsione tra i fenomeni sono proporzionali al diverso rapporto di Yin e Yang.
  7. Tutti i fenomeni sono effimeri perché cambia in continuazione la proporzione tra le forze Yin e Yang che li producono; Yin si trasforma in Yang e Yang si trasforma in Yin.
  8. Nulla è soltanto Yin o soltanto Yang. Tutto costituito da entrambe le tendenze, presenti in vario grado.
  9. Nulla è neutro. In ogni fenomeno esiste un eccesso di Yin o un eccesso di Yang.
  10. Il grande Yin attira il piccolo Yin. Il grande Yang attira il piccolo Yang.
  11. L’estremo Yin produce Yang, l’estremo Yang produce Yin.
  12. Tutte le manifestazioni fisiche sono Yang nel loro centro e Yin alla superficie.


Georges Ohsawa (Nyoiti Sakurazawa), fondatore della Macrobiotica

RIFLESSOLOGIA PLANTARE AD ACQUI TERME


SABATO 10 MARZO 2012

CONTATTO CON IL BENESSERE

SABATO 10 MARZO - DALLE ORE 14.30 ALLE ORE 18.30 
PRESSO LA PALESTRA “VIRTUS” DI ACQUI TERME
ACQUI TERME
POTRAI PROVARE L’ANTICO MASSAGGIO CINESE DEL PIEDE 
CON OPERATORI 
 ALLIEVI DEL M° MING WONG C.Y. , 
 CAPOSCUOLA DELLA ON ZON SU SCHOOL

PER PRENOTARTI E FISSARE L’ORARIO TELEFONA A:
PAOLO  0144 - 79421
PRESSO LA PALESTRA : 0144 - 323258 

MASSAGGIO TRADIZIONALE CINESE DEL PIEDE

L’arte di massaggiare i piedi è stata praticata fin dai tempi più antichi e conosciuta dalle diverse civiltà che hanno abitato il nostro pianeta (nativi d’America, Cinesi, Indiani, antichi Egizi…) ed è stata riscoperta nel nostro secolo. La scuola cinese di massaggio del piede è all’origine della riflessologia moderna. 

I piedi sono il nostro sostegno e sono collegati ad ogni parte e funzione del nostro 
corpo, attraverso terminazioni nervose.

Il massaggio consiste nella stimolazione manuale di certi punti e zone del piede, che si riflette all’interno del corpo, aiutando a sciogliere contrazioni muscolari e tensioni, portando rilassamento e distensione.

E’ un metodo naturale purificante, riequilibrante e rivitalizzante, per il benessere del nostro organismo. 

Crea uno stato di rilassamento generale, con un’azione allo stesso tempo disintossicante e rigenerante che mira a ristabilire un corretto equilibrio psicofisico. 

Sentire il tocco delle mani sui nostri piedi ci fa sentire rassicurati e protetti.

TOGLIE STRESS, TENSIONE E STANCHEZZA

CREA RILASSAMENTO

FA STARE MEGLIO

PERCHE’ NON PROVARLO ?