martedì 27 novembre 2012

INTERIORITA'




[...] "Qual è il simbolismo del labirinto posto sul pavimento dei Templi?
Nell’antichità il labirinto era posto sul muro esterno delle città e delle case a protezione dalle influenze malefiche. Probabilmente hanno questo significato protettivo i labirinti costruiti all’esterno delle chiese.
Se osserviamo un labirinto posto all’interno della Chiesa si rimane stupefatti della similitudine della struttura con la ragnatela, che è il modello naturale di tessitura. Nel simbolismo universale la tessitura rappresenta il mondo, l’esistenza; la complicazione della trama del labirinto esprime l’esistenza umana, la vita con le sue vicissitudini, la “grande tribolazione”, lo stare –anzi il procedere- dell’uomo vivente nel mondo.
Al centro del labirinto è spesso rappresentato Teseo contro il Minotauro o San Michele (l’Arcangelo solare) contro il Drago (simbolo degli istinti e delle forze inferiori).
Altro aspetto simbolico del labirinto è la “quadratura del cerchio”, la croce che rappresenta gli assi del quadrato e che permette di passare da un CENTRO ad un CERCHIO quindi attraverso la CROCE al QUADRATO. E’ questa la medesima operazione che si compie per i riti di fondazione del Tempio, e a questi riportano simbolicamente: se nella fondazione questi passaggi sono l’entrare nella storia (essere creati) nel labirinto rappresentano l’entrare nella propria storia.
E’ curioso come Michelangelo nella Sistina simbolizzi la trasmissione della vita da Dio ad Adamo come un passaggio da indice a indice (l’indice è il dito dello Shou Yang Ming, meridiano dell’intestino crasso).

Il labirinto esprime dunque un paradosso implicito, un duplice aspetto:
-se guardato da fuori è un “caos”, perlomeno apparente, di spire
-se riferito al centro è ordine, mundum, microcosmo.
Il labirinto, possibilità di smarrimento e occasione di ritrovo di sé, nell’architettura dell’edificio sacro occupa l’area degli intestini, e col suo significato universale di cammino lungo e difficile, simboleggia nel Tempio l’autentico pellegrinaggio, tanto che il suo percorso in ginocchio sostituiva il pellegrinaggio in Terra Santa.
Si tratta del viaggio interiore alla ricerca di sé che si svolge nel corso della vita, della ricerca del proprio centro, dell’ONPHALOS, ovvero dell’autentico pellegrinaggio (marcia ordinata verso un centro consacrato), quello verso la propria Gerusalemme interiore, del lungo cammino o della danza (alternanza ordinata di passi nel tempo) alla ricerca del proprio cuore, dove è “l’immagine di Dio nell’uomo”,nella apertura agli altri .
Anche in MTC i due intestini –in quanto aspetto yang cioè funzionale di Cuore e Polmone che sono rispettivamente anelito all’unità e desiderio di divisione-, impersonificano i due aspetti del labirinto considerato come incarnazione fattiva del “tesoro” di Cuore e Polmone:
-nella visione periferica, caotica del cammino lungo e difficile, evidenziando del percorso la molteplicità degli episodi, la separazione degli avvenimenti.
-nella visione centrale, organica, sottolineando l’unitarietà del percorso.
Siamo veramente di fronte alle “INTERIORA”! Non per nulla il termine “Intestino” deriva dal latino Intestinum, a sua volta derivato da intus “dentro”.
Il Grande Intestino rappresenta in questo contesto la cornice, l’inizio, l’ intraprenderne la via, l’opzione fondamentale per la “via del cuore”. E’ il labirinto inteso come ragnatela, come via della propria storia.
Grande Intestino dunque come colui che introduce al Cammino interiore, Ministro della Conversione, induttore della Rigenerazione Spirituale, artefice della Trasformazione di sé.
Il Grande Intestino può essere associato al mito di Teseo , intrepido e forte guerriero, eroe ateniese, che esce dal labirinto percorrendo a ritroso la via di entrata seguendo il filo, come suggeritogli da Arianna. Siamo di fronte ad un movimento orizzontale, ad una dimensione “terra”, al percorso del labirinto che si attua seguendo la ragnatela della vita, aiutato da una compagna con la quale Teseo ha un rapporto alla pari. Essa e’ infatti femmina, rappresenta il suo opposto-complementare.
Il Piccolo Intestino può essere associato al mito di Dedalo, simbolo della sapienza tecnica, che esce dal labirinto volando, cioè attraverso una dimensione “cielo”, verticale, superando il tempo, in complicità col figlio Icaro, col quale ha evidentemente un rapporto verticale (padre, insegnante..) che rappresenta la propria proiezione di sé oltre il tempo.
E’ suggestivo che né Arianna né Icaro possano seguire i protagonisti della fuga, la prima perché abbandonata a Nasso, il secondo perché precipitato.
La fuga dal labirinto avrà per entrambi gli eroi un’ombra di tragedia nell’epilogo.
[...] Chi non progredisce nel cammino (Teseo) uccide la propria memoria, perde il ricordo dei padri, non ha più un cognome da difendere. Chi supera con la tecnica la necessità di trovarsi (Dedalo) uccide la speranza, non ha più figli da rispettare, una posterità a cui preparare un mondo per viverci.
In MTC il cognome e la posterità, ovvero il lungo fiume che lega noi, i nostri predecessori e i nostri discendenti, fanno riferimento a un’energia chiamata ZONG QI, energia degli antenati, legata al culto dei morti. E’ un soffio che appartiene al solo Cielo Posteriore, alla vita vissuta, e dà senso all’individuo nel cosmo, inserendo il suo nome proprio nel nome comune, il cognome. E’ responsabile dei ritmi respiratorio e cardiaco, della voce (intesa come modo di esprimersi, come inflessione di parlata), dei criteri di scelta alimentare , culturale, psicologico (spirituale?). La ZONG QI si esprime nel petto, dove risiedono Cuore e Polmoni, i cui visceri relativi sono appunto i visceri del labirinto: Piccolo Intestino e Grande Intestino".[...]

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