[...] Anche Watts
diffida dall'interpretare il wu wei come inerzia e mera passività,
invita piuttosto a considerarlo una forma di intelligenza, uno stile di vita.
L'uomo che segue il Tao conosce infatti i principi e le tendenze della
natura, per cui si astiene da qualsiasi forzatura o intervento. Il non-agire
significa quindi seguire il flusso del Tao, o meglio le venature di quel
principio universale di organizzazione che è il li.
Se si
rispettano le leggi di natura, lasciando che si esplichino liberamente senza
ingerenze da parte dell'uomo, non c'è bisogno di agire perché tutto si sistema
da sé; infatti all'interno di ogni fenomeno agisce il li, la forza che è
in sintonia con il cosmo intero e che rientra nell'universale processo di
trasformazione.
Watts si
sofferma inoltre ad analizzare i significati attribuibili alla metafora
dell'acqua, l'immagine preferita da Lao-tzû, e ritiene che sia senz'altro la
più adeguata per esplicitare il modo d'agire del Tao, la spontaneità
stessa del processo. [...]
Nessun commento:
Posta un commento