sabato 5 novembre 2011


Durante un grosso acquazzone estivo, di quelli tropicali, quest'anno ho subito un'alluvione. La causa è stata un insospettabile rigagnolo che si è rivelato un vero e proprio fiume in piena. Per fortuna non ho subito conseguenze gravissime nè la perdita di persone care, ma ho comunque vissuto l'ansia del vedere l'acqua crescere a dismisura, il trauma di constatarne la forza rapida, incontenibile e distruttiva, una massa d'acqua violenta e dirompente che spazza via tutto nel suo scorrere. Ho vissuto la preoccupazione per le persone care e la perdita forzata di tante cose (ma sul piatto della bilancia la vita ha un peso incomparabile rispetto agli oggetti). Terminato il momento burrascoso arriva quello della constatazione dei danni, la corsa a far tornare la situazione nel suo stato iniziale, per quanto possibile, e la pulizia frenetica e faticosa, raschiando il fango prima che si indurisca e diventi una massa unica con le pareti e gli oggetti.
Nel mio piccolo sono solidale con chi vive questi attimi, ringrazio i vigili del fuoco, i volontari e gli amici.
Solidarietà, collaborazione e aiuto sono sempre il più grande sostegno.

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