lunedì 12 dicembre 2011

NUTRIRSI D'AMORE

Ore 6,45, è ancora buio e non appena metto il naso fuori casa sento subito il freddo intenso del mattino venirmi incontro. Non mi da fastidio, anzi, in un certo senso lo apprezzo poichè mi aiuta a riprendere contatto coi sensi. Percorro la strada verso il parco, cerco come posso di rimandare il consueto sintonizzarmi coi rumori del mattino, che vorrei assai diversi da quelli che percepisco. Le auto per strada, i mezzi della nettezza urbana, motorini condotti da studenti assonnati. Piano piano i toni si alzano e in pochi minuti siamo già nella confusione del traffico mattutino. Finalmente raggiungo il parco. Da lì i rumori sembrano attutirsi ma non svaniscono del tutto. 
Ci sono giorni in cui si ha bisogno di natura e silenzio, per riposare la mente e il cuore.
Il mio cane scodinzola e scorrazza felice tra le foglie secche sul prato. Alzo lo sguardo verso il cielo, un po' plumbeo oggi, mentre poco a poco si fa giorno.
Ho sentito dire che non è possibile trovare la pace nella città, tra le sue case grigie, tra il rumore incessante, tra il puzzo dei gas di scarico e l'aria pesante.
Chissà...

Ripenso a queste cose e mi sforzo di ricordare dove ne ho sentito parlare, poi mi domando se noi, che ci viviamo in una città, siamo in qualche modo "condannati" rispetto a chi ha la fortuna di vivere altrove, magari con uno spicchio di natura in più o più facilmente accessibile.
Sì, certamente è meno facile...ma forse non è così impossibile...
Accanto alla fontana qualcuno ha dimenticato un passeggino. Dimenticato...mi sembra strano che si possa dimenticare un passeggino, ma è lì, nel bel mezzo di un parco, a quest'ora del giorno frequentato da tre, forse quattro cani e dai loro padroni...
Sarebbe istintivo  sentenziare contro la cattiva educazione o la mancanza di educazione civica, e nutrirsi così di sana, legittima rabbia e di indignazione, ma quel passeggino mi rimanda alla foto di Nathan, ancora nella pancia della sua splendida mamma, che vedrà presto la luce di questo mondo e quella foto mi scalda d'amore.
Dipende.
Qualcuno cantava..."da che parte guardi il mondo tutto dipende"...
Così, il parco. che non è in grado di neutralizzare i rumori della mattina cittadina, allo stesso tempo mi sa regalare la corsa di uno scoiattolo verso la pianta più vicina nel tentativo di sottrarsi agli agguati del mio cane e la sua risalita tra i rami fino a quello più alto, al sicuro da ogni pericolo a beffarsi finalmente di lui.
E così, semplicemente, anche lo scoiattolo mi riempie un po' il cuore. 
Nutrirsi d'amore.
In città.
Perchè no?
La strada del ritorno verso casa ne è traboccante: un bimbetto sovrastato dalla sua cartella che porta sulle spalle, che  fischietta tra i denti una canzoncina, più avanti una ragazza che va molto di fretta  e divora un bombolone alla crema e con un morso distratto si imbratta la giacca e poi ride, un'auto che  sfreccia d'improvviso bruciando il semaforo e disperde le note di quella canzone di Jovanotti..."a te che sei, semplicemente sei"....e tutto si fa magicamente più bello. Il pane caldo con le noci, il profumo del caffè, il carillon del portagioie, il pranzo con un'amica, le note del mio violino, una voce che non sentivo da tempo, il fiore scarlatto della mia piantina in salotto che fiorisce solo una volta ogni quattro anni, e quest'anno l'ha fatto...
Nutrirsi d'amore... in città...
Niente è impossibile...

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