lunedì 20 agosto 2012

ACQUA A FIOR DI PELLE


Piccola pausa estiva, piccola ma sincera. 
Pochi giorni al mare, vissuti intensamente, un breve respiro per sentirsi un po' più temprati, nel fisico e nello spirito. 
Il viaggio di ritorno verso casa porta con sé un presagio di autunno. Ma non ho avuto la mareggiata quest'anno nel mio ultimo giorno e ciò mi porta a lasciare la spiaggia con una vaga sensazione di mancanza, come di un'esperienza non totalmente compiuta. 
Meglio lasciare vagare i pensieri su ciò che mi aspetta piuttosto che rincorrere inutilmente i giorni lieti appena trascorsi. 
La città mi accoglie nelle sue giornate ancora assai calde, a volte tanto bollenti da spingermi di tanto in tanto a tentare una fuga e a scappare, alla ricerca di un po' di frescura, nella speranza di trovare ancora un po'  di  colori che contrastino il suo afoso grigiore.
In montagna le fronde degli alberi mossi da una brezza leggera, mi salutano gioiosamente e già l'umore si dispone in altra maniera. Sento da subito la pelle del viso  distendersi, gli occhi riaccendersi della luce del sole mentre il corpo intero pare espandersi lentamente. 
Si cammina, sotto un sole caldo,  man mano che si sale lungo il sentiero il passo si fa più leggero con l'aria più fresca e frizzante che si fa respiro e ne segna il ritmo.
La mente si acquieta nel contrasto dei colori vividi che disegnano il cielo di rami e foglie, di rocce e di prati erbosi. 
Un compagno fedele segue e accompagna ogni passo, a volte si perde se il sentiero si inoltra nel più fitto del bosco, ma poi, d'improvviso riappare. Il ruscello, con le sue acque invitanti canta ammaliante la sua canzone e lancia insistente il suo richiamo. 
Impossibile resistervi.
"Chiare, dolci, fresche acque"!

Le rocce sulle sue rive paiono posizionate apposta per accogliermi nella comodità e presto ne riconosco una disegnata a perfetto sedile che più volte nelle mie escursioni mi ha donato ristoro dalla fatica della salita. 
Una piccola cascatella forma una pozza naturale, si tratta di stare un po' attenti a far combaciare i piedi coi sassi sul letto del ruscello e si raggiunge facilmente. Un minuscolo laghetto che riflette nella limpidezza delle sue acque il contorno delle montagne e il passaggio repentino di poche nuvolette di cotone immacolato. L'acqua non è così fredda così che il pediluvio ne raccoglie da subito i benefici. 
Quando sento che la temperatura del corpo si è adeguatamente abbassata e il sangue circolare benefico nelle gambe, torno alla pietra sedile e lì, comodamente seduta con il faccia il sole, contratto pazientemente la giusta distanza tra il pelo dell'acqua del ruscello e la pelle delle piante dei miei piedi.
L'incontro con quella misura mi provoca una sensazione di leggero benefico massaggio.
Mi viene in mente la mappa dei Sei Yin e Sei Yang. Passo un po' di tempo così a muovere delicatamente, quasi impercettibilmente i piedi in modo da portare il massaggio su tutte le zone, Grande Yin, Piccolo Yin e così via fino a completare la mappa. 
Mi lascio andare ad un profondo rilassamento e apprezzo lo strano formicolio che deriva dal contatto con l'acqua in alcuni punti e in diversi momenti.
Col tempo potrò appurare se questo massaggio improvvisato avrà portato dei risultati. 
Per ora sono riconoscente a questo meraviglioso praticante naturale, il ruscello, operatore ad onorem di On Zon Su, semplice, generoso, gratuito.
Annagi

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