lunedì 22 ottobre 2012

LA PAURA BUSSO'... appunti dall'ultimo incontro del percorso di avvicinamento alla meditazione


LA PAURA BUSSO’…
IL CORAGGIO ANDO' AD APRIRE…
e…
NON TROVO' NESSUNO

“Il vero tradimento è l’abbandonare noi stessi, divenire sordi ai sussurri del nostro spirito e ciechi alle grandi potenzialità in esso contenute”.
(Joaquin Muriel Espinosa)


“Insegnami a raccogliere
I frammenti della mia anima,
a reclamare le mie perdute potenzialità.
Anelo alla totalità

Aiutami a ritrovare il perdono
Abbracciando un nuovo modo d’essere
Abbandonando il dolore e la rabbia
Verso chi mi ha ferito.

Aiutami a guarire il mio corpo umano
Il sacro veicolo della mia anima
Focalizzandomi su tutti gli aspetti non curati
Trovo in me la mia Ciotola di Medicina.
Fammi trovare il coraggio
Per affrontare i nemici interiori
Curando tutte le mie debolezze
Onorando il guerriero che è in me.

Fa che io mantenga la mia sacra promessa
Di essere leale verso la mia ricerca di guarigione
Senza mai abbandonare la mia Medicina
E il cuore che mi batte in petto”.

(Jamie Sams)

Il termine emozione deriva dal latino emotus, p.p. di e-movere, trasportare fuori,
muovere verso, nel quale la particella aggiunge forza all’azione.
Si tratta di reazioni psicofisiche che vengono messe in qualità di risposta a particolari eventi o situazioni.
Un’emozione non si presenta mai come “neutra” ma è sempre o spiacevole  o piacevole.
Secondo i vari autori e specialisti in materia, le emozioni vengono classificati e raggruppati in modi assai diversi.
Nella nostra pratica ci serviremo di una di queste classificazioni ma nulla vieta di approfondire poi personalmente la ricerca.
Nel suo stato più autentico e maturo, l’essere umano si esprime in relazione a quattro sensazioni emotive di base, che indichiamo in caratteri maiuscoli:

*       EQUANIMITA’
*       GIOIA
*       COMPASSIONE
*       AMORE


Nel momento in cui l’esperienza emotiva diviene preda dell’Ego e inizia a mutarsi in una fissazione egocentrica, l’emozione di base si trasforma del suo “potenziale oscuro”. Indicheremo l’aspetto egocentrico di ciascuna delle quattro emozioni di base in caratteri minuscoli:

*       Apatia
*       Esaltazione
*       Sentimentalismo
*       Attaccamento

Tra gli otto stati emotivi sopra menzionati esiste una stretta interrelazione che da vita al seguente schema. A seconda del nostro atteggiamento possiamo favorire la degenerazione dell’emozione di base nel suo potenziale oscuro oppure far sì che la stessa concorra a neutralizzare uno stato emotivo disturbante.

EQUANIMITA’
apatia

                                   
AMORE                                                                      GIOIA
attaccamento                                                              esaltazione


COMPASSIONE
Sentimentalismo

In altri termini siamo padroni di decidere se utilizzare il potenziale dell’emozione AMORE per scivolare nell’Attaccamento oppure per neutralizzare uno stato di Apatia.
Allo stesso modo possiamo usare l’EQUANIMITA’ per stabilizzare uno stato di esaltazione o decidere di lasciarci andare all’apatia. Possiamo permettere alla GIOIA di trasformarsi in Esaltazione oppure utilizzarla per sciogliere una fissazione o un sentimentalismo. Con la COMPASSIONE saremo in grado di inibire l’Attaccamento o potremo cadere preda di una fissazione.
Quando non siamo più in grado di riconoscere che stiamo sperimentando uno stato emotivo ma ci identifichiamo nello stesso, per cui diventiamo quello stesso stato emotivo.
Per questo motivo ci è più naturale affermare che “sono triste”, anziché “sento tristezza”.
Nella pratica sperimentiamo la differenza tra fare l’esperienza di uno stato emotivo e esserne preda identificandoci in esso.
Nella pratica ci alleniamo a trasformare le nostre emozioni mantenendo la nostra attenzione sulla loro qualità autentica e matura anziché sulla forma distorta dal  Ego.
Se sento gelosia provo a sperimentare la sensazione che deriva dal immaginare di essere contento di fronte alla fortuna di un altro.
Se sento avidità provo a sperimentare la sensazione che deriva nel generare gratitudine per tutto ciò che ho.
Se sento rabbia, provo a sperimentare la sensazione che deriva nel generare compassione verso me stesso o verso la persona che l’ha provocata.

Ed ora silenzio...

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