“SIATE COME L’OCEANO NEI CONFRONTI DELLE
ONDE O COME IL CIELO CHE VEDE,
GIU’ IN BASSO, LE NUVOLE CHE LO ATTRAVERSANO”
“Quando praticate, non tentate di fermare
il pensiero. Lasciate chi si fermi da solo. Se qualcosa entra nel campo della vostra
mente, lasciatelo entrare, e poi lasciatelo uscire. Non rimarrà a lungo.
Se tentate di fermare il pensiero,
significa che ne siete disturbati. Apparentemente sembra che qualcosa provenga
dal di fuori della vostra mente, ma in effetti si tratta solo delle vostre onde
mentali, e se non vi fate disturbare dalle onde, gradualmente si faranno sempre
più calme…
Vengono molte sensazioni, sorgono molti
pensieri o immagini, ma non sono altro che immagini della vostra mente. Nulla
proviene al di fuori di essa…
Se lasciate la mente così com’è,
diventerà calma da sola.
Tale mente si chiama Grande Mente.”
(Shunryu Suzuki – Mente Zen – Ubaldini)
Se c’è un pensiero esiste un pensatore, qualcuno che
lo ha prodotto.
I pensieri sono processi di natura materiale in quanto originano dal cervello, che è
materia. Tutto ciò che riguarda i pensieri ha un’origine interna al pensatore,
proviene da una elaborazione della sua mente.
Il pensiero si forma a partire da qualcosa che attira l’attenzione del
pensatore . Questa immagine o fatto o
forma viene poi elaborata a livello mentale secondo la qualità delle esperienze
che fanno parte del bagaglio esperienziale del pensatore.
Il pensatore,
Io, l’Ego, diventa così la somma
delle esperienze di tutta la sua vita.
Esse vengono raccolte e custodite in una
memoria che determinerà l’immagine che il pensatore avrà di se stesso e
l’immagine con la quale egli si rapporterà e si misurerà con gli altri.
La memoria prende vita e si forma nel corso del tempo nutrendosi delle esperienze, dei fatti che
accadono e che vengono analizzati ed elaborati dalla mente, confrontati con le
esperienze passate, adattati e inseriti nell’archivio personale di ciascuno.
Tutto ciò che conosciamo di noi si basa sui dati
contenuti nella memoria personale di ciascuno.
Trattandosi di una raccolta di esperienze già vissute collochiamo la
memoria in una forma temporale che appartiene al tempo passato. L’ultima
esperienza che abbiamo appena fatto, fosse anche di pochi secondi fa, è infatti già
vecchia, appartiene già al passato.
Dunque, tutto ciò che sappiamo di noi si riferisce
ad eventi o esperienze che appartengono al passato, ovvero, si riferisce ad
esperienze limitate, che si collocano in una sequenza circolare di
FATTI o ESPERIENZE →PENSIERI→ANALISI→MEMORIA→FATTI o ESPERIENZE→PENSIERI→…
L’orologio, l’oggetto che, secondo la nostra abitudine, ci da il senso del tempo che passa, con il
movimento della lancetta che segna i
secondi, e che ad ogni passo che compie lascia indietro il passato, ci
trasmette in realtà un’immagine illusoria. Nel quadrante dell’orologio la
lancetta scinde il tempo passato dal tempo futuro ma risulta assai difficile
individuare lo spazio che sancisce il tempo presente. Non possiamo trovare il
tempo presente nel movimento delle lancette di un orologio perché il presente non
è un tempo in movimento.
Il presente non si muove, è sempre là, ovunque noi ci intratteniamo.
Esso è quella parte così importante di noi che purtroppo
noi maggiormente ignoriamo. Siamo, infatti,
sempre troppo occupati a trastullarci col passato, con ciò che è già stato, o con ciò che pensiamo
sarà. Ci illudiamo che nel domani costruito dai nostri pensieri possa risiedere
il nuovo, ma non ci rendiamo conto quel pensiero in quanto pensiero è
strettamente ancorato all’esperienza, dunque al passato. Così la nostra idea di futuro altro non può
essere che pura illusione.
In questa altalena tra ieri e domani,se non stiamo attenti
rischiamo di lasciarci sfuggire di mano l’unico momento in cu possiamo fare l’esperienza
del nuovo. Se non stiamo più che attenti, se non ci alleniamo a riconoscere il
l’attimo, il presente, il fatidico
Qui e Ora, l’Adesso, ci sfugge.
Supponiamo che il nostro cervello di punto in
bianco non registri più gli avvenimenti che, di conseguenza, non vengono
inseriti nella memoria e noi non ne possiamo usufruire (per ricordarci chi
siamo, dove viviamo, che tipo di auto abbiamo ecc...). Siamo alla stessa
stregua di uno che si sveglia dopo una bella sbronza e non sa più chi è, come
mai si trova sul divano della sua vicina, ecc.
Abbiamo bisogno del passato, senza di esso saremmo disorientati, ma dobbiamo assegnare al passato il suo giusto posto, non possiamo permettergli di interferire e di condizionare oltre
misura il nostro presente.
Quando pratichiamo l’osservazione attenta, priva di giudizio e di
condizionamento, viviamo nel tempo presente e siamo sì in grado di produrre
esperienze totalmente nuove.
Nella pratica meditativa , soprattutto all’inizio,
è molto facile che la mente si affolli di pensieri. Non dobbiamo fare altro che
osservarli con tutta la nostra attenzione, aspettarli, accoglierli, trasformarli
nel presente e lasciarli andare per la loro strada.
Quando la nostra attenzione è catturata da
qualcosa, ad esempio una matita, anzitutto la vediamo, poi il nostro cervello riceve
la proiezione della sua immagine dalla retina e comincia a lavorarci su, cerca
nella memoria se ci sono immagini che somigliano alla cosa vista, le confronta
tra loro, cerca poi nel reparto lessico un concetto, lo paragona all’immagine e,
se tutto torna, riconosce e decreta: matita!
E la matita non c’è già più.
Al suo posto ci sarà una matita, di materiale ecologico, con una punta fine
adatta al disegno artistico e alle sfumature, di colore rosso scuro, come i
petali di una rosa profumata che ti ho regalato per il tuo compleanno quando
eravamo in tanti e c’era anche il nostro amico che da tempo vive a Londra dove
passerò le vacanze il prossimo Natale …
Quando pratichiamo l’ attenzione sappiamo osservare veramente, siamo nel
presente, viviamo l’attimo. Quando pratichiamo la semplice attenzione, vediamo
e basta. Stop.
Siamo liberamente vivi nel momento presente.
Nessuno può portarci via da questa condizione se
non noi stessi lasciandoci andare a rincorrere un pensiero o un’ illusione.
Nel presente le chiacchiere dei nostri pensieri svaniscono,
le nostre illusioni sfumano e al loro posto trovano sempre più spazio la calma,
la quiete, la chiarezza.
Nessun commento:
Posta un commento