martedì 16 ottobre 2012

COGITO E(R)GO SUM - appunti dal terzo incontro del percorso di avvicinamento alla meditazione


“SIATE COME L’OCEANO NEI CONFRONTI DELLE ONDE O COME IL CIELO CHE VEDE,
GIU’ IN BASSO, LE NUVOLE CHE LO ATTRAVERSANO”



“Quando praticate, non tentate di fermare il pensiero. Lasciate chi si fermi da solo. Se qualcosa entra nel campo della vostra mente, lasciatelo entrare, e poi lasciatelo uscire.  Non rimarrà a lungo.
Se tentate di fermare il pensiero, significa che ne siete disturbati. Apparentemente sembra che qualcosa provenga dal di fuori della vostra mente, ma in effetti si tratta solo delle vostre onde mentali, e se non vi fate disturbare dalle onde, gradualmente si faranno sempre più calme…
Vengono molte sensazioni, sorgono molti pensieri o immagini, ma non sono altro che immagini della vostra mente. Nulla proviene al di fuori di essa…
Se lasciate la mente così com’è, diventerà calma da sola.
Tale mente si chiama Grande Mente.”
(Shunryu Suzuki – Mente Zen – Ubaldini)

Se c’è un pensiero  esiste un pensatore, qualcuno che lo ha prodotto.
Pensiero e pensatore si condizionano a vicenda, l’uno influenza l’altro e viceversa.
I pensieri sono processi di natura materiale  in quanto originano dal cervello, che è materia. Tutto ciò che riguarda i pensieri ha un’origine interna al pensatore, proviene da una elaborazione della sua mente. 
Il pensiero si forma a partire  da qualcosa che attira l’attenzione del pensatore .  Questa immagine o fatto o forma viene poi elaborata a livello mentale secondo la qualità delle esperienze che fanno parte del bagaglio esperienziale del pensatore.
 Il pensatore, Io,  l’Ego, diventa così la somma delle esperienze di tutta la sua  vita. Esse  vengono raccolte e custodite in una memoria  che  determinerà  l’immagine che il pensatore avrà di se stesso e l’immagine con la quale egli si rapporterà e si misurerà con gli altri.
La memoria prende vita e  si forma nel corso del tempo nutrendosi delle esperienze, dei fatti che accadono e che vengono analizzati ed elaborati dalla mente, confrontati con le esperienze passate, adattati e inseriti nell’archivio personale di ciascuno.
Tutto ciò che conosciamo di noi si basa sui dati contenuti nella memoria personale di ciascuno.  Trattandosi di una raccolta di esperienze già vissute collochiamo la memoria in una forma temporale che appartiene al tempo passato. L’ultima esperienza che abbiamo  appena fatto,  fosse anche di pochi secondi fa, è infatti già vecchia, appartiene già al passato.
Dunque, tutto ciò che sappiamo di noi si riferisce ad eventi o esperienze che appartengono al passato, ovvero, si riferisce ad esperienze limitate, che si collocano in una sequenza circolare di

FATTI o ESPERIENZE PENSIERIANALISIMEMORIAFATTI o ESPERIENZEPENSIERI

L’orologio, l’oggetto  che, secondo la nostra abitudine,  ci da il senso del tempo che passa, con il movimento della  lancetta che segna i secondi, e che ad ogni passo che compie lascia indietro il passato, ci trasmette in realtà un’immagine illusoria. Nel quadrante dell’orologio la lancetta scinde il tempo passato dal tempo futuro ma risulta assai difficile individuare lo spazio che sancisce il tempo presente. Non possiamo trovare il tempo presente nel movimento delle lancette di un orologio perché il presente non è un tempo in movimento.
Il presente   non si muove, è sempre là, ovunque noi ci intratteniamo.
Esso è quella parte così importante di noi che purtroppo noi  maggiormente ignoriamo. Siamo, infatti, sempre troppo occupati a trastullarci col passato, con  ciò che è già stato, o con ciò che pensiamo sarà. Ci illudiamo che nel domani costruito dai nostri pensieri possa risiedere il nuovo, ma non ci rendiamo conto quel pensiero in quanto pensiero è strettamente ancorato all’esperienza, dunque al passato.  Così la nostra idea di futuro altro non può essere che pura illusione.
In questa altalena tra ieri e domani,se non stiamo attenti rischiamo di lasciarci sfuggire di mano l’unico momento in cu possiamo fare l’esperienza del nuovo. Se non stiamo più che attenti, se non ci alleniamo a riconoscere il l’attimo,  il presente, il fatidico Qui e Ora, l’Adesso,  ci sfugge.
Supponiamo che il nostro cervello di punto in bianco non registri più gli avvenimenti che, di conseguenza, non vengono inseriti nella memoria e noi non ne possiamo usufruire (per ricordarci chi siamo, dove viviamo, che tipo di auto abbiamo ecc...). Siamo alla stessa stregua di uno che si sveglia dopo una bella sbronza e non sa più chi è, come mai si trova sul divano della sua vicina, ecc.
Abbiamo bisogno del passato, senza di esso saremmo disorientati, ma dobbiamo assegnare al passato il suo giusto posto, non possiamo permettergli di interferire e di condizionare oltre misura il nostro presente.
Quando pratichiamo l’osservazione attenta, priva di giudizio e di condizionamento, viviamo nel tempo presente e siamo sì in grado di produrre esperienze totalmente nuove.
Nella pratica meditativa , soprattutto all’inizio, è molto facile che la mente si affolli di pensieri. Non dobbiamo fare altro che osservarli con tutta la nostra attenzione, aspettarli, accoglierli, trasformarli nel presente e lasciarli andare per la loro strada.
Quando la nostra attenzione è catturata da qualcosa, ad esempio una matita, anzitutto la vediamo, poi il nostro cervello riceve la proiezione della sua immagine dalla retina e comincia a lavorarci su, cerca nella memoria se ci sono immagini che somigliano alla cosa vista, le confronta tra loro, cerca poi nel reparto lessico un concetto, lo paragona all’immagine e, se tutto torna, riconosce e decreta: matita!  
E la matita non c’è già più.
Al suo posto ci sarà una matita,  di materiale ecologico, con una punta fine adatta al disegno artistico e alle sfumature, di colore rosso scuro, come i petali di una rosa profumata che ti ho regalato per il tuo compleanno quando eravamo in tanti e c’era anche il nostro amico che da tempo vive a Londra dove passerò le vacanze il prossimo Natale …
Quando pratichiamo l’ attenzione  sappiamo osservare veramente, siamo nel presente, viviamo l’attimo. Quando pratichiamo la semplice attenzione, vediamo e basta. Stop.
Siamo liberamente vivi nel momento presente.
Nessuno può portarci via da questa condizione se non noi stessi lasciandoci andare a rincorrere un pensiero o un’ illusione.
Nel presente  le chiacchiere dei nostri pensieri svaniscono, le nostre illusioni sfumano e al loro posto trovano sempre più spazio la calma, la quiete, la chiarezza.

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