venerdì 12 ottobre 2012

IL RESPIRO INSEGNA L'IMPERMANENZA - appunti dal secondo incontro del percorso di avvicinamento alla meditazione


Il ritmo sta alla base di ogni forma vivente e respirare è di per se un fatto ritmico, ma non solo. 
Respirare è un atto involontario che si pone alla base della relazione tra ciò che sta fuori e ciò che sta dentro di noi. La respirazione è un processo di scambio. Attraverso la respirazione siamo in grado di portare dentro di noi energia che alimenta, nutre, trasforma, durante l'espirazione portiamo invece fuori di noi ciò che non ci serve più.
Durante la fase di inspirazione i globuli rossi vengono ossigenati dall'aria immessa, mentre nell'espirazione spingiamo al di fuori di noi l'anidride carbonica.
I due poli compresi nell'atto respiratorio, il polo legato all'inspirazione e il polo legato all'espirazione si producono l'un l'altro e, nel momento in cui ne  sospendiamo uno anche l'altro viene automaticamente annullato.
Il perpetuo alternarsi di queste due fasi ci mostra che anche una realtà che può apparire così scontata, scontata non è. Il ritmo del respiro, che può sembrare sempre uguale, in realtà è estremamente sensibile a variazioni causate da eventi improvvisi, ma anche banali, quali il variare di una postura, il cambiamento di un'oggetto di attenzione, un'emozione subitanea. E' sufficiente che incontriamo un'amico che non vediamo da anni o che ci ricordiamo improvvisamente di una scadenza inevasa ed ecco che il nostro respiro può farsi d'un tratto più veloce, viceversa lo sentiamo rallentare quando sediamo tranquilli sulla panchina di un parco a leggere un libro che ci appassiona.
E' vero, l'inspirazione seguirà sempre l'espirazione e viceversa, ma proprio le due azioni l'una di seguito all'altra ci mostrano che le cose non rimangono così come sono. 
La respirazione ci insegna l'impermanenza.
Ogni secondo durante il quale immettiamo o emettiamo aria fa della nostra persona una persona diversa da quella dell'attimo precedente. 
Attimo dopo attimo tutto cambia e nulla rimane lo stesso. 


"L'intuizione dell'impermanenza ci aiuta ad andare al di là di ogni concetto. Ci aiuta a vedere che il fiume non è lo stesso ma nemmeno un altro. Ci mostra che la fiamma della candela che abbiamo acceso e messo sul comodino prima di andare a dormire non è la stessa fiamma che brucia la mattina dopo. Non sono due fiamme distinte, ma nemmeno una sola (Thich Nhat Hanh - Il segreto della pace, Trasformare la paura, conoscere la libertà - Mondadori)".

Il nostro respiro ci accompagna sempre, è con noi ogni attimo e non ci lascia mai. L'osservazione della nostra attività respiratoria è un'ottimo strumento per divenire consapevoli della nostra realtà corporea. Riconosciamo il ritmo più consono ad uno stato di tranquillità, di contatto col centro del nostro essere e di equilibrio. 
Se sentiamo ansia e siamo consapevoli del ritmo alterato che questa produce, lavorando col repiro possiamo con pazienza e gentilezza provare a rallentare il ritmo. In pochi minuti sentiremo l'ansia svanire e ci sarà più facile ritrovare la nostra serenità.

Tra le due fasi respiratorie vi è un attimo, quasi impercettibile, durante il quale nulla pare avvenire. Quel momento di staticità apparente è l'attimo in cui veramente tutto avviene. Esso dà il via e imprime il carattere alle fasi di inspirazione e di espirazione. L'atto poi di immettere aria o di espellere aria altro non saranno che le fasi di elaborazione e di compimento, ma il vero atto respiratorio sta proprio in quello spazio che appare vuoto.
La presa di consapevolezza di quel momento particolare è molto importante per portare il cambiamento nella qualità del nostro modo di respirare.
Pratichiamo l'osservazione di quel punto prendendovi contatto per alcuni secondi prima di assecondare il compimento delle fasi di inspirazione e di espirazione.

"Le tecniche di meditazione vengono scoperte in modo del tutto naturale dai neonati e dai bambini: trattenere i respiro, guardare fissamente senza battere gli occhi, stare diritti sulla testa, imitare gli animali, girare in cerchio, sedersi immobili e ripetere delle frasi continuamente fino a che tutto il resto cessa di esistere.
Smettete di pensare che la meditazione sia qualcosa di speciale!
Smettete proprio di pensare!
Guardate il mondo che vi circonda come se foste appena arrivati sul pianeta terra.
Osservate le rocce nelle loro formazioni naturali, gli alberi radicati a terra, i rami che raggiungono il cielo, le piante, gli animali e l'interrelazione reciproca di ogni cosa.
Guardatevi attraverso gli occhi di un cane nel parco.
Guardate un fiore attraverso la sua essenza, guardate una montagna attraverso la sua compattezza.
Quando la mente permette al suo oggetto di rimanere indisturbato, potrebbe non esserci più una mente o un oggetto
solo l'unità senza respiro".  (Surya Singer).

Ed ora silenzio...

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