domenica 7 ottobre 2012

DI STELLA IN STELLA, LA VITA




"...povero me, povero me, povero me,
mi guardo intorno e sono tutti migliori di me,
povero me, povero me, povero me,
guarda che pioggia di acqua e di foglie,
che povero autunno che è...

(Francesco De Gregori - Povero me)".


Si può ugualmente vedere il cielo, con lo sguardo a terra, in un giorno di pioggia. Lo si può catturare per un istante mentre nella sua luce si mostra riflesso in una pozzanghera che si cerca all'improvviso di evitare. Piove a dirotto sulla nostra persona, ma quella immagine non se ne cura e riflette quell'unico umile sprazzo di azzurro, con le sue nuvole che, più o meno velocemente, se ne vanno altrove, a coprire altri cieli.
Si era soliti osservare il cielo nelle sere d'estate. Tutti insieme, con le schiene incollate alla spiaggia di sassi. Si contavano le stelle cadenti e allo scadere del tempo che ci abbassava di sonno le palpebre, qualcuno doveva pagare. Per ogni stella caduta, un pensiero, Io sono...
Io sono gentile ... io sono bella ... io sono sincero .... io sono simpatico ... io sono generosa ... io sono coraggioso .... io sono fedele ... io sono preciso ... io sono paziente ... io sono ...
...Io sono la terza, da sinistra...
Le stelle nel cielo affermavano la nostra esistenza e l'unicità di ciascuno di noi nel grande disegno dell'universo infinito. Quel mondo non avrebbe potuto esistere senza una sola di quelle stelle. Nell'attimo in cui una stella cadeva tutto il disegno cambiava la forma nella ricerca di un nuovo equilibrio.
Allora daccapo! In sospeso, per un attimo, ad aspettare una nuova stella cadente.
Dunque, io sono ... e via così, all'infinito.



Giocando abbiamo appreso il significato del posto che a ciascuno di noi è stato assegnato, un posto da onorare e da rendere vivo, perchè tutti abbiamo qualcosa da offrire, qualcosa di prezioso di cui gli altri hanno bisogno.

Una volta trovata la nostra stella è bene non perderla di vista perchè nell'immensità del cielo basterebbe un attimo per smarrirla. Perchè capita o può capitare, a volte più spesso di quanto possa sembrare.

Ma anche questo fa parte del gioco.

C'è stare attenti però, perchè potrebbe accadere che ci sentiamo talmente smarriti nell'affano di ritrovare la nostra stella che veniamo vinti dalla tentazione di accontentarci e di scegliere per noi una stella qualunque.

Non funziona così, un gioco o è vinto o è perso, non ci sono altre stelle per noi. Tutte quelle che possiamo trovare in sostituzione della nostra vera stella non riusciranno mai a farci sentire veramente a casa nel disegno perfetto del cielo.

Non perdere di vista la nostra stella non significa che non si possa spaziare per il cielo infinito e ammirare la bellezza e la luminosità delle altre. Al contrario, la consapevolezza dell'immensità del cielo popolato di infinite stelle dovrebbe farci sentire più forti, meravigliosi nella nostra unicità unita all'unicità di tutte le altre.

Il problema è che nel corso della nostra vita, in un modo o nell'altro, non sempre con cattive intenzioni, anzi, spesso a causa di troppo amore, capita che qualcuno attribuisca alla nostra stella significati o valori che non le appartengono così che, senza capire il perchè, noi ci sentiamo in qualche modo sempre più lontani da lei.

Se ciò avviene da parte di persone che noi riteniamo importanti e che amiamo profondamente, diventa più forte di noi identificarci in ciò che ci viene detto così che da noi stessi finiamo per offuscare la nostra stella con quelle stesse convinzioni.

Mentre la nostra stella si fa via via più opaca, sentiamo allora che la nostra energia non è più la stessa, ci percepiamo via via più spenti, meno luminosi, sentiamo mancarci le forze e allo stesso tempo sentiamo accrescere in noi la paura, l'insicurezza.

A volte ci identifichiamo a tal punto con queste sensazioni da abbandonarci completamente ad esse. Guardiamo le altre stelle e ciascuna di esse, l'una per un motivo, l'altra per un altro, ci sembra "migliore di me".

Se perseveriamo in questo atteggiamento rischiamo di scivolare nella convinzione che non siamo più degni nè di rispetto nè di amore, che non abbiamo più nulla da offrire. In questo stato è facile che per mantenere uno straccio di relazione col resto del mondo, ci sentiamo obbligati a svenderci, a volte finiamo col prostrarci, nella speranza che un minimo riconoscimento possa riportare un po' di luce alla nostra "povera" stella.

Altre volte, invece, reagiamo con un sentimento di potenza che affermiamo su tutti, allora giochiamo ad essere i migliori, rapportandoci agli altri con superiorità e indifferenza.

Tutti questi comportamenti, benchè comprensibili, non fanno che indebolirci risucchiando come vampiri ogni nostra energia.

E' importante allora mettersi in viaggio alla ricerca di tutti quegli input che hanno scatenato in noi l'allontanamento dalla nostra luce iniziale.

Potremmo entrare per un po' nel nostro buio e rimanervi nella serenità della ricerca delle cause, delle voci, delle situazioni che poco alla volta l'hanno determinato. Nel fare ciò non avremo paura perchè siamo consapevoli che nella parte centrale della nostra stella brilla quella luce inestinguibile che è per noi fonte di vita alla quale rimarremo per sempre ancorati.

In questa ricerca potremmo avvalerci del supporto e dell'aiuto del "migliore di me" che vediamo nelle altre stelle che potremmo usare questa volta per ravvivare la luce nella nostra anzichè per indebolirla.

In questo modo saremo in grado di riattivare quello scambio di competenze così importante alla sopravvivenza di ciascuno di noi.

Giocare al gioco del cielo nutre la nostra energia, ci fa sentire al nostro posto, sempre, anche nelle notti di "acqua e di foglie".

Guardare risplendere la nostra stella ci trasmette la forza del ruolo che ci spetta in questo mondo, ci fa risplendere di luce viva e accende la luce di tutte le stelle che come noi e insieme a noi, ogni giorno, si mettono in gioco per poter gridare al cielo...Io sono...

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