venerdì 17 febbraio 2012

ESERCIZI MAKKO-HO - LA TECNICA



Ringrazio Rosita per aver letto l'articolo sugli esercizi 
Makko-Ho e per avermi posto alcune domande in merito. Spero di rispondere in modo soddisfacente.
Gli esercizi Mako-Ho vanno eseguiti prestando molta attenzione alla respirazione. 
Una volta entrati in posizione l'allungamento va ricercato unicamente nella fase di espirazione. Le posizioni finali, illustrate nell'articolo precedente, vanno tenute presenti come obiettivo da raggiungere. E' possibile che, specie le prime volte, non si riesca ad ottenere la figura così come riportata. Non importa, l'esercizio Makko-ho è un percorso verso quell'obiettivo, durante il quale ad ogni espirazione si cerca di spostare il proprio limite anche solo di una frazione di millimetro. 
Le posizioni ottenute vanno mantenute e allungate con questa tecnica e vanno eseguite una sola volta. Nel momento in cui ci si rende conto di aver raggiunto il proprio limite massimo di allungamento, si eseguono alcune respirazioni profonde mantenendo la posizione ottenuta e cercando di portare maggior enfasi alla fase di espirazione che deve raggiungere lo svuotamento completo dei polmoni. Tutti gli esercizi vanno eseguiti ricercando una condizione di rilassamento tonico e vigile. La staticità delle posizioni non deve essere intesa come immobilità. In realtà, come nello yoga, il corpo lavora attivamente pur rimanendo apparentemente immobile.
Gli esercizi Makko-ho sono anche un valido strumento di valutazione energetica. 
Ciascun esercizio ha una propria particolarità e nell'eseguirli alcuni potrebbero sembrarci assai facili, mentre altri decisamente più difficili o quasi impossibili.

In entrambi i casi siamo in presenza di uno squilibrio energetico. Una eccessiva facilità nell'esecuzione può indicare una condizione di kyo , mentre una particolare difficoltà una condizione jitsu. Per questo motivo è bene eseguire prima la serie completa iniziando dall'elemento metallo fino all'elemento albero e poi ripetere prima l'esercizio "più facile" e poi quello "più difficile". 
Alla fine di ciascun esercizio è bene dedicare qualche minuto all'ascolto del proprio corpo, così come alla fine dell'intera sessione di lavoro ci si dispone in condizione di rilassamento, magari sdraiati supini con le braccia lungo i fianchi,  per alcuni minuti seguendo una regolare respirazione diaframmatica portando l'attenzione all'ascolto delle reazioni del corpo.
Si può terminare raccogliendosi sul fianco destro in posizione supina per alcuni minuti allungando e tonificando la colonna vertebrale prima di alzarsi.

Annagi

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