venerdì 20 gennaio 2012

Il cibo e l'anima

Nonostante le tante diversità e le varietà di tradizioni, esistono punti in comune insiti nell'uomo fin dall'antichità: ne si può trarre un esempio valido dalle religioni, dalla nutrizione e dallo stretto rapporto che intercorre fra loro.


Esistono cibi che concorrono a migliorare la spiritualità di un individuo? Molti maestri ci insegnano in effetti che introdurre alcuni alimenti ed eliminarne altri può essere d'aiuto per quanti iniziano un cammino spirituale. Solo i grandi illuminati si sottraggono alla logica del mondo perchè per loro non è più rilevante cosa mangiano, cosa indossano, quanto dormono e dove vivono.[...]
Poichè i movimenti religiosi sono però fatti per la maggior parte di persone che, seppure dedite a una vita che non possiamo definire "comune", non hanno tuttavia ancora raggiunto le mete degli illuminati, ma sono piuttosto dei "mistici in cammino", possiamo certamente affermare che le regole alimentari aiutano la loro ricerca.

In questo caso la scelta del cibo svolge ancora e senza dubbio un ruolo importante, perchè permette da un lato di eliminare le sostanze che appesantiscono il corpo, rallentano i processi metabolici e intossicano l'organismo, dall'altro di introdurre quegli alimenti che una volta elaborati forniscono, da un punto di vista "biochimico", tutte quelle molecole necesssarie (in particolare al cervello) affinchè si conservi uno stato di calma interiore tale da vivere al meglio la preghiera e il raccoglimento. Un corpo che funziona bene fornisce un valido supporto affinchè l'uomo possa occuparsi con profitto della propria crescita interiore.
La difesa delle leggi alimentari ha giocato nei secoli un ruolo sul piano sociale e culturale, offrendo un elemento di "identificazione" a chi si staccava dal resto della comunità orientandosi verso una particolare vocazione di carattere religioso. [...]
L'analisi dell'atteggiamento e dell'attenzione che i religiosi dedicano all'alimentazione rivela che l'attitudine verso il cibo è molto simile in tutte le religioni nonostante le notevoli differenze sociologiche, storiche e geografiche in cui esse sono sorte e si sono affermate.
Il primo dato comune riguarda la convinzione che il cibo sia un dono divino e che quindi il gesto umano del nutrirsi non può essere un gesto qualsiasi, ma deve tradurre la consapevolezza che il cibo non è solo il frutto del lavoro dell'uomo, e che per questo egli lo deve sacralizzare e deve rendere grazie ad un'entità superiore.
Anche la festa è considerata in tutte le tradizioni un momento particolare, tanto è vero che è sempre contraddistinta da pietanze diverse dal solito ed è spesso preceduta dal digiuno.
Un altro punto in comune è che il mangiare rientra in qeulle azioni da compiere con prudenza ed è per questo che il cibo viene spesso classificato puro o impuro e la sua ingestione comporta l'aver presente un carico di significati che va al di là della semplice operazione nutritiva e digestiva.
Tutte le tradizioni inoltre hanno introdotto astinenze e digiuni intesi come pratiche di purificazione e ascesi. Ogni religioso è chiamato a sottoporsi ad una serie di sforzi in vista della propria crescita spirituale. La stessa etimologia della parola " ascesi" traduce questa necessità di fortificarsi: questo termine deriva infatti dal greco akesis che significa "esercizio", ma del resto anche la parola "yoga" si inserisce in quest'area semantica, perchè "yoga" significa "giogo"; infine, il sostantivo "penitenza" deriva dal greco metanoia e indica l'atto di cambiare il poprio punto di vista, di fare uno sforzo perrivolgersi alla propria interiorità e aprire i propri orizzonti.
Tutte le religioni quindi prevedono che ci si sottoponga a una disciplina molto rigorosa anche per quanto riguarda a tavola; tuttavia, salvo nei casi in cui vi sia una precisa ricerca personale (Buddha, Milarepa, san Francesco), i religiosi vengono scoraggiati se intendono seguire vie estreme, perchè in genere viene elogiata la capacità di rimanere in quello che siamo soliti definire il giusto mezzo.
La moderazione è in questo contesto la virtù più importante, perchè permette di non perdere di vista il vero scopo delle pratiche religiose e dei digiuni, ovvero migliorare la propria natura umana e avvicinarsi a Dio.
In tutte le culture religiose esistono alimenti vietati perchè, per motivi anche molto diversi tra loro, sono ritenuti impuri, e alimenti permessi, considerati cioè puri. A volte si assiste ad una tripartizione degli alimenti che vengono distiniti in puri, impuri e neutri come nel caso della tradizione ebraica (kasher, taref e parve), o primari, secondari e tonici come nella cultura buddhista, oppure in sattvici, rajasici e tamasici come nello yoga.
Nonostante le diverse classificazioni possiamo dire che il modello alimentare adottato dai religiosi è ovunque molto simile. Vediamo in modo schematico quali sono le linee guida comuni: 

- Le pietanze devono esser semplici, e spesso senza le spezie.
- I monaci e i religiosi più in generale, si nutrono non più di due volte al giorno. Sono inoltre   tenuti ad assumere un atteggiamento meditativo quando sono a tavolta perchè il mangiare non è un'azione qualunque.
- In genere la base dell'alimentazione è rappresentata dai cereali (integrali) e dai legumi.
- Il pesce e la carne vengono mangiati solo saltuariamente (alcuni però li eliminano completamente)
- Sono permessi i formaggi (freschi) e lo yogurt
- La frutta (tranne rare eccezioni) e la verdura vengono cosumate liberamente
- E' presente un po' di vino (spesso annacquato).

L'esigenza di una dieta semplice è diffusa fin dall'antichità (vedi le scuole filosofiche greche e romane) poichè dei piatti non elaborati possono rendere il corpo leggero e asciutto e permettere all'anima di elevarsi verso Dio. Da un punto di vista fisiologico, una tale dieta evita che l'organismo venga sovraccaricato e in particolare permette che gli organi dell'apparato gastroenterico possano funzionare nel modo migliore.
Sappiamo che associare troppi alimenti o nutrirsi di cibi che richiedono condizioni diverse di pH per poter essere digeriti può causare fastidiose fermentazioni intestinali, intossicazioni e intolleranze con relativi disturbi (mal di testa, stanchezzza cronica ecc.). Una dieta moderata mette in circolo meno tossine e fa funzionare meglio tutti gli apparati e quindi anche il cervello che potrà produrre pensieri più ordinati e permettere una meditazione più tranquilla.


Deborah Pavanello Cibo per l'anima Ed. Mediterranee

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