mercoledì 1 febbraio 2012

LA PULCE NELL'ORECCHIO ... A PROPOSITO DI SENSI

Prendo spunto dal bellissimo post di Silvia  per proporre un excursus intorno al tema dei sensi così come viene inteso nel pensiero antroposofico di Rudolf Steiner. 
Egli considera un errore scientifico il riconoscimento di soli cinque sensi nell'essere umano. In genere si parla unicamente dell'udito, del tatto, dell'odorato, del gusto e della vista. In realtà l'essere umano per conoscere il mondo si serve, oltre a quelle elencate, di altre abilità sensoriali, altrettanto importanti per lui per la conoscenza della realtà. Grazie ai sensi siamo in grado di sviluppare una conoscenza del mondo che non deriva dall'esperienza intellettuale.
L'osservazione antroposofica considera l'uomo in quanto essere sensibile e ne studia la realtà valutando ciò che vi è in lui. Essa comprende il mondo fisico-sensibile, il corpo eterico, il corpo astrale e l'io.
L'aspetto peculiare del mondo fisico-sensibile è rappresentato appunto dai sensi. Secondo il pensiero steineriano il primo senso umano da considerare è il senso della vita. L'essere umano percepisce tale senso quando avverte qualcosa che non va, qualcosa che ci sposta dalla percezione di noi stessi nella nostra sfera interiore come di una totalità, un tutto.
Il secondo senso è il senso del movimento. E' il senso che ci permette di sentire ciò che si muove dentro di noi, il battito del cuore, il movimento impercettibile delle palpebre ecc. e ciò che siamo in grado di muovere, le braccia, le mani ecc.
Il senso dell'equilibrio o senso statico viene percepito come organo dell'equilibrio. I tre canali semicircolari dell'orecchio hanno molto a che fare con questo senso. Grazie ad esso ci sentiamo fermi, sicuri o vacillanti.

Questo primo gruppo di  tre sensi partecipano alla sfera interna all'uomo. Col secondo gruppo di sensi avviene lo scambio con il mondo esterno.
Il quarto senso è il senso dell'odorato. Ha a che fare con l'esterno in quanto ne abbiamo la percezione se attivato da agenti esterni, un fiore, un cibo, ecc..
Il quinto senso, il senso del gusto, si esprime quando si va oltre la sostanzialità, quando cioè una qualsiasi sostanza produce in noi un effetto. Il quinto senso fa del rapporto di scambio tra l'uomo e la natura, un rapporto intimo. 
Con il senso della vista l'esperienza della cosa che abbiamo conosciuto in superficie prima e intimamente poi, diviene manifesta. L'occhio ci permette di penetrare più profondamente le cose. Dall'immagine superficiale scopriamo l'oggetto che si manifesta grazie alla sua essenza interna.
Il senso del calore ci svela l'intimità di una cosa ancor più in profondità. Esso penetra profondamente nei sottostrati delle cose permettendo una conoscenza sempre più intima.
Possiamo raggruppare l'odorato, il gusto, la vista e il senso del calore nei sensi tattili, essi hanno come caratteristica comune l'atto di tastare.
Con il senso dell'udito siamo in grado poi di percepire la mobilità interiore di un oggetto attraverso le sue vibrazioni.
Il nono senso è il senso del linguaggio. Parlare e comprendere ciò che si ascolta è un vero e proprio senso. Nei primi anni di vita, quando il bambino è ancora lontano dall'attività di giudizio, il linguaggio è un educatore incomparabile per la conoscenza del mondo.
Il linguaggio si svilupperà nella crescita grazie al senso del concetto che ci permette di giudicare e discernere.
Oltre a questi Steiner parla di un altro gruppo di sensi, più elevati, i cosiddetti sensi astrali, i sensi che ci permetto di di andare in profondità nello spirito delle cose. Essi sono oltremodo importanti in quanto l'uomo-spirito non è slegato dal corpo fisico e dal corpo etereo, anzi li pervade e li compenetra entrambi. 
Qui la materia si fa interessante ma anche un po' complicata. Ecco che entra in gioco la pulce, che rimanda, per chi volesse approfondire, al testo dal quale ho tratto le informazioni sopraelencate: 
Rudolf Steiner - "Antroposofia - Psicosofia - Pneumatosofia" - Ed. Antroposofica  Milano


Buona lettura!

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