venerdì 15 aprile 2011


Si diventa nomadi: persone incapaci di darsi per vinte, di accontentarsi, di rassegnarsi.
Nomadi, affascinati dal di là, dal dopo, dall'ancora, per vivere il di quà, l'adesso.
Nomadi, attenti ad ogni voce che risuona sotto il sole o nel buio della notte, vicina o lontana, familiare o ignota, e capaci di riconoscere in ogni avvenimento l'annuncio di un altro mondo, che invita a ricominciare daccapo.






Nomadi, affascinati dalla terra, che è grande e tutta per tutti; sedotti dalla perenne novità di Dio che ogni giorno, ogni momento, rivela un riflesso nuovo della sua grandezza infinita; tesi a conquistare e a godere quanto cresce nel giardino degli uomini.
Nomadi, cioè solitari nel senso di un'adesione coraggiosa alla propria vocazione, senza cedimenti alle mode, senza intruppamenti nelle maggioranze, senza tradimenti della propria identità.
Nomadi, capaci di andare fino in fondo a quanto di verità, di giustizia, di amore è stato intuito, capaci di trasmettere senza riduzioni il messaggio ricevuto, capaci di fare da soli la propria strada.
Nomadi, perchè la strada è già sicurezza, sostegno, ricchezza: la strada è amica e sempre fedele, sempre chiara. Anche nelle notti più scure e senza stelle la strada rivela il suo volto e lo si può discernere con fatica e dolore, ma sempre riscoprendo qualcosa di familiare.
Nomadi, e quindi fuori dalle sicurezze prestabilite, protette dalla forza del genio umano, fuori dalle comodità di una casa stabile, di un amore chiuso, di una verità consumata.
Nomadi, capaci di ascoltare, di accogliere, di fare proprio ciò che si incontra, senza strettezze e rigidità, senza voler imporre a tutti un proprio modo di vedere.
Nomadi, cioè instancabilmente alla ricerca, accompagnati e sorretti da tutti, con la gioia di offrire quel poco che si è e che si ha, e di prendere quanto viene offerto o si trova lungo il cammino.
Nomadi, fratelli di tutti e non stranieri, non ospiti, non avventurieri, non vergognosi di condividere con tutti la porzione di dolore e di gioia, di bene e di male, di grandezza e di meschinità che è eredità di ciascuno.
Nomadi, fino a quando la strada farà l'ultima svolta e attraverso il grande portale entrerà nell'eterno, dove finalmente la perfetta comunione con Dio non avrà più tramonto: e, intanto, quella gioia e quell'eterno, illuminano tutta la strada e cantano nel cuore di chi sa camminare.
Nomadi dell'eterno nel tempo, e dal tempo all'eterno.
Nomadi perchè sospinti da una insopprimibile nostalgia di Dio.
Quando tutto ti sembra cancellato, allora parti per l'avventura: apriti la strada con coraggio.
Quando ti sembrano cancellati l'entusiasmo, la speranza, l'amore, allora parti per l'avventura con coraggio.
L'avventura della tua vita. Questa tua vita, oggi, qui, con questi pesi.
Questa materia con cui si costruisce il miracolo di una cattedrale di gioia.
(Giorgio Basadonna - "Spiritualità della strada" - Ancora)


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