giovedì 7 aprile 2011

buon compleanno, buon cammino


Le nuvole del Nord appaiono più vicine al cielo e allo stesso tempo sembrano sfiorare le colline e accarezzare i prati.
Nuvole bianche, che fanno da contrasto a un cielo a volte tanto azzurro da farsi trasparente, altre volte così grigio e plumbeo, ma mai minaccioso d’altro che di benefica pioggia.
Non ne ho mai viste di eguali, le nuvole del Nord mi rapiscono il cuore nelle loro figure mobili e cangianti, nei loro contorni sfuggevoli, nella morbidezza in essi racchiusa.
In esse trattengono magie di colori e di suoni, e odori.


Sono gli odori della Vita, che mi porto appresso, e di tanto in tanto ritrovo, annusando qua e là in un qualsiasi angolo di mondo.
E mi sento subito a casa.
L’odore di questo cielo è il mio odore, l’odore di chi mi ha cresciuta, quello che mi faceva arrabbiare e piangere disperata, l’odore che mi sapeva poi stringere forte, e che mi rassicurava.
E’ l’odore del fuoco di legna, della pioggia sul lago. L’odore dei pavesini sul treno, quello dei muri di calce bianca, delle mani sulle pareti umide e fredde, delle trapunte e della neve sui monti d’inverno.
Lo stesso odore dei giorni andati, di quelli passati ad affondare le mani nella scatola delle fotografie, tra immagini sbiadite di torte alla panna e candeline, ogni volta, una di più, a meravigliarti, che quella figura fino ad allora così familiare non ti dice più nulla perché non sei più tu, mentre dentro di te la Vita ti chiama a scattare altre fotografie.
Le nuvole del Nord hanno un modo speciale per dirti che è arrivato il momento di andare.
Sono come il padrone di casa che gentilmente ti accompagna alla porta, quando ancora, anche solo per poco, ma vorresti restare.
Il mare infrange le sue onde sugli scogli rocciosi e libera il suo richiamo nell’impatto di una spuma fresca, frizzante.
E’ un mare che canta a gran voce e sa di burrasca, stasera.
Le nuvole bianche si sono fatte più scure e gli fanno corona. Il vento sibila e i gabbiani si esibiscono in danze vorticose a filo delle correnti.
Ho visto una strada, laggiù in fondo, oltre la brughiera di erica rossa. La posso distinguere nitida, non ne posso vedere la fine, ma mi han detto che porta lontano.
Ricomincio da qui la mia storia …
(annagi)

2 commenti: