mercoledì 5 ottobre 2011

Reti, energia, cicli

Mi ricollego al post precedente di Annagi per aggiungere due citazioni al riguardo tratte dagli scritti di Fritjof Capra.

«Gli effetti a lungo termine di una "chemioterapia" eccessiva in agricoltura si sono dimostrati disastrosi per la salute del suolo e delle persone, per i nostri rapporti sociali e per l'intero ecosistema del pianeta.
In conseguenza del fatto che un anno dopo l'altro si coltivano le stesse piante usando fertilizzanti sintetici per restituire fecondità al terreno, l'equilibrio nel suolo viene sconvolto.
La quantità di materia organica diminuisce, e con essa la capacità del suolo di conservare l'umidità. Il contenuto di humus viene esaurito e la porosità del suolo si riduce.
L'esaurimento della materia organica rende il suolo morto e arido; l'acqua scorre attraverso di esso, ma senza intriderlo. Il suolo diventa duro, compatto, costringendo gli agricoltori a usare macchine più potenti.
D'altro canto il suolo morto è maggiormente esposto all'erosione da parte del vento e dell'acqua, che provocano danni sempre maggiori.
L' uso massiccio di fertilizzanti chimici ha inciso gravemente sul processo naturale di fissazione dell'azoto, danneggiando i batteri del suolo che hanno parte in questo processo. Di conseguenza le piante coltivate stanno perdendo la capacità di assumere sostanze nutritizie dal suolo e stanno diventando sempre più dipendenti da sostanze chimiche di sintesi.»

Fritjof Capra, Il punto di svolta

C'è però speranza.



Scrive sempre lo stesso F. Capra nel suo Ecoalfabeto, in cui sostiene l'importanza di creare orti nelle scuole elementari e rendere partecipi i bambini del miracolo della natura, ma non solo, soprattutto per comprendere i fenomeni legati ai cicli della natura:

«Quando il pensiero sistemico viene riportato allo studio delle relazioni multiple che collegano tra loro i membri della famiglia terrestre si possono distinguere alcuni principi di base. Possono essere chiamati principi ecologici, principi di sostenibilità, o principi comunitari. Serve un programma scolastico che insegni ai nostri bambini i seguenti fatti fondamentali della vita: che un ecosistema non genera rifiuti, dato che gli scarti di una specie sono il cibo di un’altra; che la materia circola continuamente attraverso la rete della vita; che l’energia che alimenta questi cicli ecologici deriva dal sole; che la diversità garantisce la capacità di recupero; che la vita sin dai suoi primordi, più di tre miliardi di anni fa, non si é diffusa in tutto il pianeta con la lotta ma con la collaborazione, l’associazione e la formazione di reti.
Insegnare questa conoscenza ecologica, che è anche un’antica saggezza, sarà la funzione più importante dell’istruzione nel prossimo secolo».

1 commento:

  1. Grazie Silvia! davvero molto interessante!Ce la si può fare, ne sono certa!

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